Chiesa della Madonna del Morbo

🎧 info-point realizzato da Ait Heba, Leonardo Raperoni, Marta Tonveronachi

Davanti alla Chiesa di San Marco e San Lorenzo, al centro del borgo di Poppi,  è situato l’Oratorio della Madonna del Morbo, meglio conosciuto come la Chiesa della Madonna del Morbo

La Chiesa fu realizzata tra il 1651 e il 1659 su progetto dato dal medico poppese Francesco Folli, in onore della Madonna che aveva protetto il popolo di Poppi dalla peste scoppiata nelle zone limitrofe. La stessa peste descritta da Alessandro Manzoni nel Romanzo storico “I Promessi Sposi”.

L’oratorio, come si può vedere dallo Statuto,  è “di proprietà del popolo di Poppi”, in quanto venne realizzato a spese della popolazione che intendeva, in questo modo, ringraziare la Madonna per aver salvato la popolazione poppese dalla malattia.

Da un punto di vista architettonico l’Oratorio rappresenta un tempio secentesco a pianta esagonale, sormontato da una cupola esterna a squame con un lucernario ad anse e decorata, internamente, con un motivo a cielo stellato.

Esternamente la Chiesa è chiusa su tre lati dalla presenza di un loggiato, con colonne arcate.

Approfondimenti

Ciò che colpisce immediatamente noi visitatori è la forma esagonale dell’oratorio. Ci si domanda infatti chi sia l’ideatore di questa forma particolare della pianta, visto che non vi sono riscontri di altri modelli simili nella vallata casentinese e che la forma più ricorrente per questo tipo di piante centrali è quella ottagonale. Tra la gente di Poppi, ancora oggi, è diffusa l’idea che sia stata opera del famoso Dottore Francesco Folli: tale teoria trovava conferma in una notazione del Diario di Piero Antonio Lapucci dove si legge la seguente affermazione “il disegno fu dato dal sig. Dottore Francesco Folli mio cugino et detto sig. dottore insieme con il sig. Annibale Rilli”.
Chi è dunque Francesco Folli? Egli fu un medico nato da una nobile famiglia il 13 maggio 1624; studiò a Pisa filosofia e medicina, esercitò a Poppi, Bibbiena e addirittura, si dice, a Firenze presso la corte medicea. Un uomo dunque di vastissima cultura come del resto la grande maggioranza degli studiosi del seicento. La sua notorietà in campo medico è riconosciuta per l’ideazione della trasfusione di sangue. Nei documenti dell’epoca non vi è però alcun accenno di attitudini anche saltuarie da parte del Folli verso l’architettura ed è pertanto difficile pensare che sia l’artefice di un progetto tanto complesso quanto l’oratorio della Madonna del Morbo. Per cercare dunque di capire chi sia l’autore di questo progetto, può risultare utile capire il periodo in cui essa è stata ideata. Come detto in premessa, l’esigenza di costruire una consona cappella da sostituire al tabernacolo esistente si era già manifestata nella prima metà del 500. Infatti il periodo architettonico tardo rinascimentale manierista trova nella sua espressione vari esempi di realizzazione di edifici a pianta centrale cupolati, di cui un esempio vicino è il tempio di Santo Stefano della Vittoria a Foiano della Chiana in provincia di Arezzo, ideato da Ammannati con la collaborazione di Giorgio Vasari negli anni sessanta del 500. Tutti questi elementi portano a datare il progetto intorno a questo periodo.

Quindi riprendiamo l’affermazione del Lapucci detta in precedenza: “il disegno fu dato dal sig. Dottore Francesco Folli mio cugino et detto sig. dottore insieme con il sig. Annibale Rilli”. Con dato forse si intendeva consegnato e non come fatto: la famiglia Folli teneva dunque in custodia il progetto. Risalendo quindi indietro nel tempo e ricercando altri esempi simili di una cappella a pianta esagonale nei dintorni di Firenze, si è venuti a conoscenza di una cappella a Pratolino all’interno del parco di Villa Demidoff, realizzata dal Buontalenti nel 1580. Come potete vedere, vi sono evidenti somiglianze tra le due opere architettoniche.
Per concludere dunque non vi è purtroppo la certezza su chi sia l’ideatore di questa opera architettonica. Possiamo affermare con una certa sicurezza che non sia stato il Folli a realizzare un progetto tanto complesso dal punto di vista architettonico. Probabilmente si tratta di un’opera di un grande maestro dell’architettura rinascimentale. Vi sono infatti notizie certe dell’intervento dell’Ammanati (architetto di Cosimo I Duca di Firenze) presso il “Monastero della SS. Annunziata” chiamato a Poppi per risolvere una problematica di carattere progettuale. Questo vuol dire che anche a quei tempi non c’era nessuna titubanza a interpellare luminari dell’architettura per risolvere problemi progettuali in una piccola cittadina di provincia. Con ciò non vogliamo attribuire la paternità del progetto ad ideatori quali l’Ammanati o il Buontalenti, ma sicuramente possiamo ravvisare una grossa somiglianza tra il nostro oratorio e la Cappella Medicea di Pratolino (fonte Pier Paolo Lorenzini).

Tra le opere degne di nota all’interno dell’edificio segnaliamo, nell’altare maggiore,  l’immagine della Vergine con Bambino e San Giovannino.

Il dipinto su tavola, risalente al XV secolo e attribuito al pittore Pier Francesco Fiorentino, è racchiuso da una cornice dorata ed è esposto all’interno di un tabernacolo.

Nota

. “Recenti” ricerche però dimostrerebbero che non sia lui l’autore di questa opera. Erroneamente tale dipinto, assieme ad una sfilza innumerevole di Madonne col Bambino (oggi sparse per il mondo), furono accostate al prete-pittore (così era definito il Fiorentino) viste le numerose analogie dal punto di vista artistico con le sue opere più celebri. Intorno al 1930 ci si rese però conto di quanto la presunta coerenza interna del raggruppamento, arrivato presto a contare quasi duecento pezzi, fosse minata in realtà da sottili ma evidenti discrasie formali. Si propose quindi di allontanare in blocco tutte le Madonne col Bambino e di riferirle a una o più personalità anonime di cultura e formazione diverse, raggruppati sotto il nome di “Pseudo Pier Francesco Fiorentino”. Si ritiene che lo Pseudo Pier Francesco sia stato un pittore o un gruppo di pittori attivi a Firenze nella seconda metà del Quattrocento e titolari di un’attiva bottega dalla quale uscivano per lo più copie, desunte principalmente da opere di Filippo Lippi e Pesellino. La produzione in serie di tavole devozionali non deve però sminuire l’importanza del lavoro fatto da questi maestri dell’arte: a Palazzo Medici-Ricciardi, nella celebre Cappella dei Magi di Benozzo Gozzoli, sull’altare in luogo dell’Adorazione di Filippo Lippi, che oggi si trova a Berlino (Staatliche Museen), vi è proprio una copia antica eseguita dallo Pseudo Pier Francesco Fiorentino.

L’opera,  già presente al momento di costruzione dell’Oratorio, presentava fin da principio delle dimensioni piuttosto ridotte. Proprio per questo venne commissionata al pittore fiorentino Lorenzo Lippi una ulteriore tela che potesse integrarsi con quella precedente. La tela su olio in questione, risalente al 1664, raffigura San Giuseppe, Sant’ Antonio da Padova e Torello, frate eremita francescano, divenuto in seguito Santo e patrono del paese.

Di notevole importanza possiamo trovare, sull’altare di destra, un olio su tela raffigurante l’Incoronazione della Vergine tra i Santi Gualberto, Francesco e Romualdo (fondatori dei tre ordini Vallombrosano, francescano e camaldolese). L’ opera viene attribuita al pittore fiorentino seicentesco Pier Dandini, uno tra gli artisti più attivi a Firenze in epoca barocca. Probabilmente fu finita l’opera dal figlio Ottaviano, meno quotato.

Luoghi d’interesse nelle vicinanze

Illustrazione di Massimo Tosi da www.millenaria.net

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Chiesa della Madonna del Morbo (te sei qui)

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Chiesa San Marco e Lorenzo

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Badia San Fedele

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